ISSN 2284-0869 (online) | ISSN 2532-7186 (print) Rivista di Storia - Scrittura e Società

Il libro. Editoria e pratiche di lettura nel Settecento. Convegno annuale della Società italiana di studi sul secolo XVIII. Pisa, Centro museale espositivo San Michele degli Scalzi (Viale delle Piagge), 26-28 maggio 2014

Il libro. Editoria e pratiche di lettura nel Settecento. Convegno annuale della Società italiana di studi sul secolo XVIII. Pisa, Centro museale espositivo San Michele degli Scalzi (Viale delle Piagge), 26-28 maggio 2014

Negli ultimi trent’anni le ricerche sull’antico regime tipografico, e in particolare quelle sul Settecento, hanno prodotto numerosi studi attenti all’analisi delle condizioni di produzione e di diffusione del libro. A partire da un contesto urbano o da quello di uno stato, hanno ricostruito le tipologie dei mestieri del libro, in alcuni casi la produzione di singoli stampatori-editori, in altri l’evoluzione di alcuni generi editoriali di successo. Hanno seguito l’affermazione della censura laica e le conseguenze, spesso diverse nei contesti statuali italiani, sulla produzione e sulla circolazione del libro; hanno analizzato le relazioni con le società tipografiche europee e la circolazione di libri leciti e proibiti. In alcuni casi hanno cominciato a sondare il complesso mondo dei lettori e di come costruiscono le loro biblioteche.

Mancano però ancora ricerche che tengano conto di tutti i numerosi aspetti (e della correlazione tra di loro) di quel circuito della comunicazione di cui parlò Robert Darnton in un famoso saggio del 1982, un circuito che coinvolge l’autore, l’editore (e i suoi collaboratori), il tipografo, il distributore, il libraio e infine il lettore. All’analisi degli attori sociali che contribuiscono alla pubblicazione e alla circolazione dei libri, occorre affiancare lo studio delle diverse tipologie di prodotti a stampa, dai libri più curati ai semplici fogli volanti e a tutti i materiali della cultura scritta che circolano nelle città e nelle campagne d’Antico Regime. Negli ultimi anni, numerosi studi, sollecitati dalla bibliografia di tradizione anglosassone e dalla paleografia italiana, hanno portato l’attenzione non solo sulla tipologia dei testi, ma anche sulle forme materiali cui sono affidati e sulle modalità della loro trasmissione (manoscritta o a stampa, orale o scritta, tipo di edizione, formato, presenza o assenza di illustrazioni, ecc.), dal momento che tali forme non sono elementi neutri, ma condizionano profondamente il processo di costruzione dei significati, e dunque le pratiche di lettura e gli usi degli stessi testi.

Il convegno intende approfondire il rapporto tra la produzione di libri, le forme attraverso cui sono trasmessi e le modalità in cui i diversi materiali a stampa sono accolti nei nuovi luoghi della sociabilità, o nei nuovi spazi in cui è possibile leggere senza acquistare i libri. Altri aspetti da approfondire saranno il ruolo di intermediari e mediatori svolto dagli editori nei diversi ambiti e generi; i rapporti con i gruppi intellettuali locali. Anche la funzione ricoperta dai singoli libri, italiani ed europei, di veicolo culturale in grado di rilanciare dibattiti e discussioni, in ambito artistico, scientifico, economico, giuridico, letterario, teatrale, musicale costituirà oggetto della ricerca, così come la circolazione dei libri e la costituzione di specifiche biblioteche, destinate a un uso privato o pubblico. Ampio spazio si intende dare anche alle pratiche di lettura, facendo sì che emergano continuità e fratture rispetto ai secoli precedenti. Ci si può chiedere se le trasformazioni del mondo editoriale, la nascita di luoghi pubblici e privati in cui si legge e l’ampliamento del pubblico consentano di individuare anche nei vari stati italiani il fenomeno della “rivoluzione della lettura”, individuato in altri paesi dell’Europa settecentesca.

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