Norme editoriali
Gli articoli devono essere scritti in carattere Garamond, dimensione testo 12 e dimensione note 10. I
contributi non devono superare le 15 cartelle.
PUNTEGGIATURA
– controllare che gli apostrofi non siano dritti (‘) ma tondi (’)
– controllare che le virgolette singole non siano dritte (‘ ‘) ma tonde (‘ ’)
– controllare che le virgolette doppie non siano dritte (” “) ma tonde doppie o all’inglese (“”)
– controllare che non ci siano spazi prima di virgola, punto, punto e virgola, due punti, punto interrogativo, punto esclamativo,
parentesi chiusa, virgolette doppie o singole chiuse, apostrofi.
– controllare che non ci siano spazi dopo parentesi aperta, virgolette doppie o singole aperte, apostrofi:
– verificare che non ci siano doppie virgole, doppi punti (tranne che nei casi dei puntini di sospensione) eccetera
– sistemare i trattini tenendo presente che:
i trattini (che uniscono due più termini) sono brevi e non sono mai preceduti né seguiti da spazi. Il comando è quello del
trattino semplice: 1850-1851; Chigi-Saracini
le lineette (che separano) sono lunghe e sono sempre precedute e seguiti da spazi.
– controllare che le parentesi non siano precedute da virgola o punto, in tal caso toglierli
– Nel caso in cui gli apostrofi vengano usati al posto degli accenti ricercare automaticamente:
a’ e trasformare in à
e’ e trasformare in è o é (secondo le circostanze ricordandosi che “è” come voce del verbo essere ha l’accento
grave e “poiché, affinché” ecc. hanno l’accento acuto)
E’ maiuscola si trasforma in “È” con alt+shift+E
i’ e trasformare in ì
o’ e trasformare in ò (in “può” ci vuole l’accento; in po’ ci vuole l’apostrofo)
u’ e trasformare in ù
– Nei casi di elisione si usa l’apostrofo e non l’accento.
D EUFONICHE
– ad / ed / od vanno traformati in a / e / o se seguiti da vocali diverse; lasciare solo nei casi di vocali uguali
esempi: ad una diventa a una; ad ogni diventa a ogni
ed anche diventa e anche; ed ha diventa e ha
od in diventa o in
si lascia invece:
ad andare
ed essere
od oltre
e nel caso di:
ad esempio
Ricordarsi che nelle citazioni di brani originali le “d” eufoniche vanno lasciate così come si trovano.
SANTI
– S. va sempre trasformato in san / santo / santa / sant’
– Il santo in quanto tale si scrive con la minuscola
san Francesco visse ad Assisi
– I santi in quanto tali si scrivono con la minuscola
le reliquie dei santi
– Nelle intitolazioni si usa la maiuscola
chiesa di San Francesco; Porto Santo Stefano, piazza San Giovanni
– si mantiene l’abbreviazione “SS.” solo nel caso di più santi o come abbreviazione di “santissimo/a”
La chiesa dei SS. Giovanni e Paolo; piazza SS. Apostoli, il mistero della SS. Trinità
ECCETERA / AD ESEMPIO
– Uniformare in “eccetera” non preceduto da virgola tutte le altre forme (ecc. / , ecc./ etc. / , etc./ , eccetera)
– Uniformare in ad esempio tutte le forme abbreviate (ad es., es.)
MISURE
– uniformare in km, cm, m, kg, kmq, mq e le altre misure tutto quello che è difforme (chilometri, km., metri, m., centimetri, cm.,
km2, m2) con la misura sempre dopo il numero e con l’iniziale minuscola:
esempi: 10 km; 20 m; 15 cm, 30 kmq; (10 x 20 m)
– l’indicazione della misura va prima quando si parla di un punto ben preciso:
si percorre la strada fino al km 15
Indicazioni stradali
– le strade statali, provinciali, comunali con indicazione di numero si scrivono in forma abbreviata (a lettere maiuscole)
S.P. 420 del Chianti, S.S. Cassia
– le medesime vanno scritte per esteso qualora non siano seguite dal numero:
Si percorre la strada statale
– le indicazioni di strade, vie, vicoli, piazze di centri abitati hanno l’iniziale maiuscola:
via di Città, piazza del Campo, vicolo del Bargello
– le strade consolari o le antiche vie di comunicazione hanno l’iniziale maiuscola:
Via Francigena, Via Aurelia, Strada Romea
– in maiuscola: porte, nomi particolari di palazzi, musei, ville… seguite da nome proprio
Porta Tufi, Banchi di Sotto, Villa Chigi, Palazzo Pubblico, Museo Civico
MESI, STAGIONI
Vanno sempre con l’iniziale minuscola
gennaio, febbraio…; primavera, estate
PUNTI CARDINALI
– nord, sud, est, ovest vanno scritti con iniziale minuscola
– nord-est, nord-ovest, sud-est, sud-ovest si scrivono con trattino
– ma le direzioni nord/sud ed est/ovest si scrivono con la barra
NUMERALI
– i numeri fino a dieci compreso si scrivono con lettere, quelli da 11 in poi si scrivono in cifre tranne che nelle citazioni.
– migliaia: da 1.000 fino a 9.000
da 10 mila, 50 mila, 100 mila
– mettere sempre il punto alle migliaia:
1.000 / 10.000 / 2.458 / 13.680 / 104.200
BIBLIOGRAFIE
– I nomi degli autori che si trovano in maiuscole devono essere trasformati in minuscole con iniziale maiuscola mediante il relativo
comando sul righello in alto (BBb) -> iniziali maiuscole e poi in maiuscoletto: mela+shift+H:
J. HOOK diventa J. HOOK
– Nelle citazioni incluse nei testi o nelle note è bene mettere prima l’iniziale e poi il cognome
J. HOOK, Siena una città e la sua storia,
– Negli elenchi e nelle bibliografie l’autore di un’opera, al contrario, va indicato a partire dal cognome seguito dalla/e
iniziale/i del nome:
LEONCINI A., I tabernacoli di Siena
Nel caso di due o più autori, i nomi vanno separati con una virgola (mai con trattino):
A. DUNDES, A. FALASSI, La terra in piazza (nei testi o nelle note)
DUNDES A., FALASSI A., La terra in piazza (nelle bibliografie)
– il curatore di un’opera va sempre messo dopo il titolo e non come autore:
La scienza illuminata, a cura di F. Vannozzi, Siena 1996
E’ possibili anche questa forma:
F. Vannozzi (a cura di), La scienza illuminata, Siena 1996
nel caso che i curatori siano due o più, l’ultimo è preceduto da “e”:
La scienza illuminata, a cura di F. Vannozzi e A. Leoncini, Siena 1996
– negli elenchi, le voci che non hanno autore ma solo curatore/i vanno indicizzate sotto la lettera della prima parola del titolo
escludendo l’articolo; pertanto si deve evitare di farli precedere da “AA.VV.”
La scienza illuminata, a cura di F. Vannozzi, Siena 1996 (va indicizzato alla ‘S’)
L’archivio comunale di Siena, a cura di G. Catoni e S. Moscadelli (va indicizzato alla ‘A’)
ma mai: AA.VV., La scienza illuminata, a cura di F. Vannozzi, Siena 1996
– fra le doppie iniziali dei nomi di persona non ci va lo spazio
F.G. Rossi e non F. G. Rossi
– Nelle bibliografie, voci bibliografiche di uno stesso autore possono essere precedute da ID. ed EAD. (al posto del nome
dell’autore)
– i titoli di articoli e riviste vanno in corsivo:
J. HOOK, Siena una città e la sua storia,
– il luogo di edizione va prima dell’editore (se c’è) con virgola in mezzo
J. HOOK, Siena una città e la sua storia, Siena, Nuova Immagine Editrice
– l’anno di edizione va dopo il luogo di edizione senza la virgola se manca l’editore; se c’è l’editore va dopo l’editore, ma
preceduto dalla virgola
J. HOOK, Siena una città e la sua storia, Siena 1989
oppure:
J. HOOK, Siena una città e la sua storia, Siena, Nuova Immagine Editrice, 1989
oppure:
J. HOOK, Siena una città e la sua storia, Nuova Immagine Editrice, Siena, 1989
– mai lasciare “op. cit.”: per le opere citate ripetere le prime parole del titolo seguite da cit.
J. HOOK, Siena una città cit., e mai J. HOOK, op. cit.
(anche in questo caso lasciare “op. cit.” solo nei lavori di Buccianti & allievi perché sono irremovibili su questo punto)
– nelle voci bibliografiche già citate cit., va in tondo senza essere preceduto dalla virgola, ma seguito da virgola
J. HOOK, Siena una città cit.,
– in caso di citazioni da riviste: il nome della rivista va tra virgolette preceduto da “in” e seguito da virgola, annata, anno e
pagine:
F. ROSSI, Scultori a Siena, in “Bullettino Senese di Storia Patria”, XV, 1937, pp. 10-15.
– in caso di citazioni da riviste: il nome del libro va in corsivo preceduto da “in” (in tondo) e seguito dal titolo del libro in
forma intera (se citato la prima volta) o abbreviata (se citato la seconda o le altre volte v. il caso di cit.), seguito dalle
pagine:
E. CARLI, In ricordo di un amico, in Dario Neri, Siena 1995, pp. 9-10.
E. CRISPOLTI, Per Neri pittore, in Dario Neri cit., pp. 11-18.
– nelle bibliografie storico-artistiche si usa nel testo e nelle note l’abbreviazione autore + anno (ad esempio, CELUZZA 1993,
ANGELINI 2000), rinviando alla bibliografia generale per i titoli completi delle opere
– Nel corpo del testo vanno in corsivo i titoli di opere d’arte o di libri; vanno in tondo tra virgolette i nomi di riviste,
convegni
Una tavola con la Madonna col Bambino / Manzoni scrisse I promessi sposi
La rivista “Archivio Storico Italiano” / il convegno dal titolo “I ceti dirigenti in Toscana”
– l’abbreviazione per pagine deve essere sempre:
p. al singolare (e non pag.)
pp. al plurale (e non pag./pagg.)
– per indicare le pagine che seguono: p. 131 ss.
– le parole “vedi” e “confronta” vanno tutte uniformate in
“v.” o “si veda” (mai “vd.”, “vedere” e simili)
“cfr.” (ma non “confr.”)
PAROLE E FRASI IN CORSIVO E IN TONDO TRA VIRGOLETTE
– vanno in corsivo parole o espressioni in lingue diverse dall’italiano (e non entrate nel linguaggio corrente o rimaste per
convenzione nella lingua di appartenenza) come: infra, supra, ad vocem, passim, ibidem, in vivo e così via (regolarsi caso per caso quando
si passa il correttore ortografico).
– le parole straniere entrate nel linguaggio corrente sono sempre al singolare (i film, i computer, le élite (regolarsi caso per caso
quando si passa il correttore ortografico).
– in generale, le citazioni tra virgolette non vanno mai in corsivo, sempre in tondo:
“Quel ramo del lago di Como…”
e non “Quel ramo del lago di Como…”
riservando il corsivo a parole o espressioni non in italiano come si è detto sopra.
– frasi:
– Per le citazioni di parole o frasi incluse tra virgolette doppie o virgolette “a sergente” usare le virgolette singole:
“Così disse il re: ‘evviva’ e aggiunse…”
– I dialoghi sono di preferenza introdotti da virgolette «a sergente»
– Nel caso che vi sia una citazione più lunga di due-tre righi, è preferibile mettere il testo “a blocchetto”, cioè in corpo più piccolo e
staccato, senza che sia introdotto da virgolette di nessun tipo, in quanto risulta evidente che trattasi di brano citato. Nel caso che nel
blocchetto vi sia un’ulteriore citazione o un discorso riportato, allora si mettono le virgolette doppie per le frasi e quelle singole per
una o due parole.
– Nelle citazioni di brani o frasi di altri testi lasciare tutto COME SI TROVA, limitandosi solo a convertire trattini, virgolette,
apostrofi, a eliminare spazi, facendo cioè solo ciò che non altera in alcun modo la grafia dell’originale.
PUNTINI DI SOSPENSIONE
– all’inizio di una frase, i puntini di sospensione devono essere tre e fuori parentesi, attaccati alla prima parola:
“…Come diceva Dante”
– nel mezzo di una frase citata, i puntini di sospensione devono essere tre e dentro parentesi quadra, staccati dalle parole che
precedono e seguono:
“…Come diceva Dante […] rispondeva Virgilio”
– alla fine di una frase, i puntini di sospensione devono essere tre e fuori parentesi, attaccati all’ultima parola:
“…Come diceva Dante […] rispondeva Virgilio e replicava Dante…”
MAIUSCOLE E MINUSCOLE
PER L’USO DELLE MAIUSCOLE E DELLE MINUSCOLE CI SI ISPIRA GENERALMENTE AI DETTAMI DEL MANUALE
DI STILE ZANICHELLI. SI PUÒ RICORDARE IN SINTESI CHE:
Hanno l’iniziale minuscola parole come: palazzo, castello, chiesa (se riferito a un edificio ben preciso), liceo, ginnasio (ma
si usano le iniziali maiuscole se si tratta di una scuola ben individuata, ad esempio Liceo Ginnasio Enea Silvio
Piccolomini)
– re, ministro, sindaco, duca, granduca, papa, presidente e in genere tutti i titolari di un’istituzione, ad esempio ministro
del Lavoro
– hanno l’iniziale maiuscola le istituzioni come: Granducato, Impero, Papato, Stato, Repubblica, Comune, Provincia,
Diocesi, Chiesa e in genere tutti i nomi di istituzione o ente (nel caso il nome sia composto di più parole solo la prima
iniziale è maiuscola, ad esempio: Istituto geografico militare, Ministero della pubblica istruzione).
INOLTRE:
– per indicare il secolo, va sempre messo il numero romano seguito dalla parola “secolo”:
XV secolo (mai sec. XV o XV sec. o 15 secolo/sec./secc.)
– ricordarsi che, se preceduti dall’articolo, i numeri romani VIII e XI vogliono l’apostrofo:
l’VIII secolo / l’XI secolo
– Vanno sempre con iniziale maiuscola le decadi e i secoli
l’Ottocento / gli anni Venti
– e con apostrofo chiuso in casi come:
’80, ’40, ’900, ’700, (mai ‘80, ‘40, ‘900, ‘700)